Lettera aperta a Luciano Spalletti

“Caro” Mister Luciano Spalletti, lei è come Giorgia Meloni: sa vincere solo senza avversari.

La premier ha vinto le scorse elezioni politiche anche perché il centrosinistra non fu in grado di creare una coalizione – un campo largo, dicono quelli che parlano bene – che potesse essere competitivo. Lo stesso è accaduto in Serie A quest’anno: nonostante i pronostici di agosto né Inter né Juventus si sono dimostrate all’altezza.

Lei ieri ha vinto meritatamente un campionato senza competitor, tutte le altre squadre, come spiegavo, si sono auto-eliminate; non c’è stato corpo a corpo, nessuno stress, nessuna lotta, nessuna tenuta psicologica da dimostrare. La sua situazione ideale.

Ci fosse stata una lotta punto a punto chissà cosa avrebbe combinato, caro mister. Quante rimonte le ho visto subire nei momenti clou sulla panchina della Roma, tante. Penso ad una partita di Supercoppa a San Siro, quella del 2006 se la memoria non m’inganna; giallorossi avanti di tre gol e rimontati fino al 4-3 per i nerazzurri. Lei parla spesso di Roma e della Roma, da queste parti, anche se esiste qualche “vedova”, sono veramente pochi quelli che la rimpiangono. Un suo grande classico: mostrare un calcio bellissimo e perdere.

Con questo Napoli, con giocatori come Victor Osimhen (in stato di grazia questa stagione) o Kvaratskhelia, sarebbe stato troppo anche per lei. Soprattutto nella stagione in cui tutti gli altri bomber (Abraham, Vlaovic, Lukaku, Ibra, Immobile) rendono al minimo delle loro possibilità.

In Champions, dove Pioli tra le altre cose le ha dato una lezione di tattica, dove lo stress si è manifestato nel quarto di finale tutto italiano, Lei è andato completamente in tilt. Non è stato in grado di mostrare “i giusti comportamenti”.

È bastata un apprezzamento di Guardiola in conferenza stampa per farla impazzire; dopo il sorteggio si è innervosito perché veniva definito “favorito” per la finale nella sua parte del tabellone; la lite con Maldini è stata degna di un turista del vertice della classifica di serie A, quale Lei è.
Lei è un bravo allenatore, ma è purtroppo prigioniero della sua mania di persecuzione. E del suo egocentrismo.
Mister Luciano Spalletti, sono molto curioso di vedere che cosa combinerà l’anno prossimo con il ruolo del favorito, partendo con “l’obbligo” di vincere.
E quindi in bocca al lupo mister, il giorno che le vedrò vincere un duello punto a punto le chiederò scusa.

Saluti senza alcuna stima.
Marco Esposito.